PO 444
progettare 444 • marzo 2022 37 stenibilità del business. Oggi ci si appoggia a qualche aiuto di Stato relativamente alla componente pubblica delle attività delle imprese Anie (infrastrutture e opere) e alla contrattazione sulla filiera, specialmente con i grossi committenti, per ottenere dei ristori laddove possibile. Nel mondo della contrattualistica privata non vi sono oggi strumenti di aiuto per le nostre imprese. A tendere, la situazione può diventare ve- ramente esplosiva perché la resilienza del sistema ha un limite”. Dipendenza e tensioni geopolitiche Un insieme di cause spinge quindi i prezzi dell’energia, inclusa una forte componente geopolitica che si somma all’impennata della domanda sull’offerta a seguito di una ripresa dell’economia mondiale superiore alle più rosee aspettative, che ha richiesto un aumento sensibile dei consumi di ener- gia come spiegaVilla: “Una causa è legata ovviamente alle tensioni internazionali e al- le questioni geopolitiche: si tratta di rincari che vengonoda fuori, nonnascono in Italia, che purtroppo dipende quasi totalmente dall’estero per la fornitura di combustibili fossili. Inoltre, queste commodity sono quotate sui mercati internazionali su cui grandi operatori finanziari realizzanoacqui- sti e vendite spesso correlate, anche legate alle aspettative di ripresa/recessione glo- bale. La classica speculazione finanziaria”. La natura in parte geopolitica del rincaro è evidenziata dal divario regionale nei prezzi del gas: +723% in Europa da dicembre 2019, +66%negli USA. “A ciò si somma una effettiva scarsità nel mercato fisico (scorte ai minimi in Europa) - aggiunge Vecchio -. Inoltre, tra i principali Paesi europei, l’Italia è quello più esposto al rincaro del gas natu- rale, in quanto il nostro mix energetico pri- vilegia tale fonte: 42% del consumo totale di energia in Italia nel 2020 (cui si somma il 36% di petrolio), contro il 38% nel Regno Unito, il 26% in Germania (che usa molto carbone), il 23% in Spagna (che si affida di più al petrolio) e il 17% in Francia (che conta sul nucleare). Il significativo livello a cui sono giunte le rinnovabili in Italia, pari all’11% del consumo energetico, non è abbastanza per contenere il ruolo di gas e petrolio”. Per valutare l’impatto del caro- energia in Italia, vapoi considerata l’elevata dipendenza dall’estero del nostro Paese con riguardo alle fonti fossili, dove risulta importato l’89% del petrolio, il 94% del gas e il 100% del carbone. Alto consumo e alta dipendenza dall’estero determinano così una enorme fattura energetica pagata ogni anno dall’Italia. “Questa gravissima crisi si forma su due temi - prosegue Banzato -: uno nazionale certamente, ma anche un tema di natura geopolitica europea e in- ternazionale che ha fortemente influenzato la questione del gas. Oltre a quanto sta succedendo in Ucraina, cito anche il North Stream2, gasdotto che arriva inGermania e che è stato completatoma non ancora fatto partire, per motivazioni che cambiano ogni volta con tensioni all’interno del Governo tedesco. Facendo della Germania un altro punto nodale della questione”. Ridurre i consumi “In questo quadro, diventa sempre più necessario e indispensabile usufruire de- gli incentivi e delle agevolazioni fiscali che il Governo mette a disposizione delle aziende, sia per la transizione 4.0 che per il rinnovo degli impianti obsoleti e dunque energivori - afferma quindi Villa -, che in questo momento possono essere determinanti per la sopravvivenza o me- no delle aziende. Il manifatturiero e tutte le aziende della filiera devono cogliere queste opportunità per reinventarsi un percorso di crescita sostenibile, rispet- tando la transizione digitale ed ecologica secondo le regole del green”. La gestione dei fondi del Pnrr diventa quindi per Villa fondamentale per il futuro del nostro Paese, per una ripresa a lungo periodo
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