PO 444

23 progettare 444 • marzo 2022 di trasmissione’, italiano ma non solo, l’associazione in questi 50 anni? Qual è il bilancio? “Come ho già detto in una precedente intervista, i 50 anni sono un traguardo importante, è il momento in cui si fa ine- vitabilmente un bilancio: giorni buoni e cattivi, scelte compiute, strade intraprese, errori e traguardi raggiunti, sia piccoli che grandi. Quando una persona raggiunge i 50 anni di età, probabilmente è spaventata da questa fatidica data perché la considera come la fine della giovinezza e l’inizio della vecchiaia, ma in realtà non è così. Inizia la fase della giovinezza matura, quella in cui si è più saggi e consapevoli non solo delle proprie possibilità e potenzialità, ma anche soprattutto di cosa si vuole. A cinquant’an- ni non ci si accontenta più di stare accanto a persone nongradite. Non si è piùdisposti ad accettare di fare cose che non si amano. Si è pronti a seguire senza paura e timori i propri desideri più intimi e ad asseconda- re sé stessi. Insomma, quest’età porta in superficie il vero io. Questo paragone è as- solutamente calzante con la realtà Assiot: l’associazione ha sempre rappresentatoun riferimento importante per il settore degli organi di trasmissione in Italia ed il bilancio è assolutamente positivo, ma ora siamo nella fase in cui intendiamo perseguire senza paura la strada di una nuova forma di aggregazione, che ha come contenuto l’insieme di tecnologie e competenze e non più solamente di prodotto: stiamo quindi perseguendo condeterminazione la strada per portare sempre più in superficie la vera Assiot e la sua innegabile forza”. Tra i tanti effetti indotti dalla pandemia c’è anche quello di aver cambiato l’approccio al mercato. Oggi anziché parlare di una ‘new normal’ si parla di una ‘never normal’ ossia la necessità di agire attraverso rapidi cambiamenti per adeguarsi a situazioni che possono mutare. Lei cosa ne pensa? Come hanno affrontato la pandemia le aziende del settore ma soprattutto come si pongono per il post-pandemia? “La pandemia ha palesemente cambiato il modo di vedere il mondo e la nostra società. Ha obbligato tutti noi a porre particolare attenzione ad alcuni aspetti non così evidenti prima della pandemia: livello di interconnessione della società globale, collegamento delle economie mondiali e complessità delle supply chain. Ci ha inoltre evidenziato la necessità di modelli di vita e di sviluppo alternativi, ci ha ob- bligati ad occuparci seriamente del ruolo delle tecnologie digitali. Di conseguenza tutte le aziende hanno dovuto ripensare i propri modelli operativi, adattando non solo i modelli di business ma agendo sulle organizzazioni, sulle prassi manageriali, sullo stile di leadership e sul potenziale del capitale umano: si pensi per esempio all’impatto dello smart working, sia dal punto di vista organizzativo che in termini di competenze e strumenti necessari. Abbiamopoi dovutorivederecontinuamen- te le Supply Chain, oramai costantemente discontinue, mettendo in sicurezza l’anello più debole della catena di approvvigiona- mento, oltre che concentrandosi su temi di risk management. Abbiamo dovuto ri- pensare i contratti con i fornitori, ci siamo occupati e ci stiamo occupando di standard di sicurezza, di cyber security. Siamo quindi stati obbligati a trasformare il lavoro, ingag- giando le persone a tutti i livelli aziendali. Tutto questo deve essere la priorità di ogni azienda e deve essere continuamente svi- luppato, indipendentemente dalla sua posi- zione sul mercato e dalla sua dimensione”. In un contesto così mutevole, qual è il ruolo che una associazione deve svolgere? “Il termine associazione è, a mio avviso, decisamente esplicativo: ente costituito da un insieme di persone fisiche o giuridiche legate dal perseguimento di uno scopo co- mune. Questo aspetto lo stiamo compren- dendo bene soprattutto in questo periodo: le trasformazioni indotte dalla pandemia hanno obbligato le aziende a profondi cambiamenti ed aggiustamenti ed ognuno ha cercato le forze al proprio interno. Ecco che quindi l’associazione emerge come va- lore importante di aggregazione, supporto, reazione e sviluppo: gli associati non sono soli nel grande sforzo di riorganizzazio- ne, ma possono confrontarsi, aiutarsi e supportarsi. L’associazione deve essere il Una fase dell’assemblea, svoltasi nel novembre scorso, in cui Mauro Rizzolo è stato confermato presidente Assiot.

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