PO 442- Novembre 2021

progettare 442 • novembre / dicembre 2021 85 interne. Per altri importanti mercati i dati di Agrievolution indicavano, nel primo se- mestre dell’anno, incrementi significativi, vedi il caso della Federazione Russa, che a metà anno segnava un attivo del 24,4% (oltre 17.400 macchine) o quello del Giap- pone che nel semestre cresce del 35,7% in ragione di oltre 10.700 unità. Le ragioni della crescita “Questo boom del mercato è dovuto ad un complesso di ragioni - ha spiegato il presidente di FederUnacoma - in parte legate alla ripresa economica globale, con l’incremento del PIL mondiale, previsto in misura del 5,9% nel 2021 e del 4,9% nel 2022, in parte legata al buon andamento dell’agricoltura e alle sue prospettive di crescita negli anni prossimi, che rendono necessari investimenti nelle tecnologie di nuova generazione”. Il buon andamento delle rese in alcune aree dell’Europa orien- tale e in Australia, favorite dalle positive condizioni meteorologiche hanno più che compensato il taglio alla produzione di grano previsto per la Federazione Russa, dove la raccolta invernale è completata e i risultati mostrano rese inferiori rispetto a quanto precedentemente previsto, a causa degli effetti negativi del clima secco.A que- sto si aggiunge la crescita della produzione di riso (ai massimi storici con 520 milioni di tonnellate per una crescita dell’1,3%) che contribuisce ad un output complessivo dei cereali previsto in circa 2.800 milioni di tonnellate, pari ad una crescita dell’1,1% rispetto allo scorso anno. “A favore dell’a- gricoltura giocano non soltanto il buon andamento congiunturale - ha sottolineato ancora Malavolti - ma le prospettive di crescita per i prossimi anni. Secondo le proiezioni FAOgiànel 2030 laproduzione a- gricolamondiale risulterà incrementata del 18%, e quella zootecnica del 13%, a causa della crescita demografica, e insieme alla quantità anche la qualità delle produzioni dovrà crescere, per soddisfare l’esigenza di alimenti pregiati e i consumi crescenti soprattutto di prodotti ortofrutticoli”. @lurossi_71 Materie prime, un’incognita per l’industria agromeccanica N ei prossimi mesi il trend di crescita dell’industria agromeccanica rischia una brusca frenata a causa delle difficoltà che si stanno registrando nella logistica e dell’aumento dei costi delle materie prime. Il World Container Composite Index, che analizza i valori di noleggio dei container sulle principali rotte navali, indica come a settembre di quest’anno il prezzo di noleggio risulti cresciuto del 292% rispetto all’anno precedente. L’incremento dei prezzi delle commodity, già in atto da alcuni mesi, è diventato particolarmente consistente lo scorso settembre quando i costi energetici hanno registrato una crescita del 365%, lamiere e coils a caldo rispettivamente del 234% e del 200%, il polietilene del 160% e il polipropilene una crescita del 123% (secondo Anima Confindustria). “Mentre il costo della bolletta energetica risente di fattori di natura congiunturale, e in un certo arco di tempo può quindi tornare su livelli accettabili - ha spiegato Alessandro Malavolti - la crisi delle materie prime nasce da una precisa strategia politica cinese, rispetto alla quale non è facile prevedere contromisure. La Cina ha infatti ridotto le esportazioni di acciaio e materiali ferrosi per soddisfare la domanda interna in forte crescita, e di conseguenza il prezzo d’acquisto delle forniture per l’industria della meccanica agricola, in Italia come all’estero, è salito vertiginosamente (in alcuni casi anche del 100%)”. Il problema non è soltanto italiano, ma riguarda il settore agromeccanico a livello mondiale. Il comparto non deve fronteggiare solo l’emergenza che riguarda i materiali plastici e ferrosi - è stato spiegato nel corso della conferenza - ma anche quella relativa alla carenza di silicio metallico, imprescindibile per la produzione di chip e semiconduttori che servono per tutti i sistemi 4.0 applicati alle macchine agricole. Secondo i dati diffusi da Bloomberg, la scarsità di silicio, anche in questo caso innescata dal taglio delle forniture cinesi, ha fatto salire i prezzi del 300% in meno di due mesi. “Al momento le aziende agromeccaniche italiane riescono ancora a soddisfare gli ordinativi - ha spiegato il presidente dei costruttori - sia pure ricorrendo a forniture molto più costose e utilizzando le scorte accumulate. Si stima che, se le tensioni sul mercato delle materie prime non dovessero rientrare in tempi brevi, l’autonomia delle aziende nell’evasione degli ordini potrebbe non essere superiore ai sei-otto mesi”. Come rilevato dal Barometro FederUnacoma, l’analisi di clima che l’associazione conduce periodicamente tra le aziende associate, oggi gli indici di fiducia dei costruttori italiani sono ancora relativamente buoni, ma si tratta di una situazione da monitorare attentamente giacché il quadro di riferimento complessivo potrebbe peggiorare in modo repentino. “Il tema ha una rilevanza politica - ha concluso Malavolti - per almeno due aspetti: quello relativo alla debolezza dell’industria siderurgica nazionale, sempre più dipendente dall’estero, e quello relativo ai rapporti commerciali con la Cina”. SPECIALE POST EIMA

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