PO 442- Novembre 2021

progettare 442 • novembre / dicembre 2021 35 consistente con il sentiment di Siri, che a febbraio 2020 aveva previsto un calo nelle vendite del -12% - dice Domenico Appen- dino, presidente di Siri -. Superata la crisi del Covid del 2020, il lavoro che abbiamo fatto quest’anno con i nostri studi statisti- ci e parlando con i maggiori costruttori italiani ci porta quindi a pensare che nel 2021 avremo in Italia un incremento del 4% nei robot installati rispetto al 2019, equivalente a un +21,5% nell’installato 2021 sul 2020, salendo a 9.455 unità e in linea con i livelli di crescita del 2018”. Interessanti sono quindi le riflessioni di Appendino sugli scenari tratteggiati dai dati IFR World Robotics relativi al com- parto della robotica nel 2019, dove l’Italia si configura come un mercato che negli ultimi anni ha anticipato i trend andati poi delineandosi anche nel resto del mondo. “A differenza della classifica dei principali settori applicativi dei robot su scala globale - riflette Appendino -, dove Automotive ed elettronica sono i due principali comparti di sbocco, in Italia è la metalmeccanica il primomercato, seguitapoi dall’Automotive e dalla plastica, terza in Italia e quarta nel mondo, e quindi dall’industria alimentare, molto importante per il settore robotico in Italia e che nel mondo compare solo al quinto”. I dati IFR mostrano anche l’Italia in controtendenza nei consumi rispetto al resto del mondo, con vendite di robot a Domenico Appendino è il presidente di Siri, l’associazione italiana di robotica e automazione. +13% nel 2019 (+20% nel 2017 e +27% nel 2018) contrapposte al calo del -12% avuto nel mondo (373 mila unità). Previsioni di rapida crescita Nonostante l’impatto della pandemia, an- che i risultati nel mercato dei robot in Italia del 2020 hanno quindi mostrato una buona tenuta. Un altro aspetto molto interessante del mercato italiano, ulteriore elemento distintivo a livello globale, è anche il dato relativo alla densità dei robot installati (nu- mero di robot ogni 10.000 addetti): con una mediamondialepari a113, l’Italia spicca con un totaledi 212.“Giànelleultime rilevazioni IFR, l’Italia era salita nel ranking mondiale delle vendite di robot dall’ottavo posto tra i Paesi nel mondo del 2017, al settimo del 2018 e al sesto del 2019 - dice Appendino -. Il confronto delle vendite in Italia nel 2019 con quello delle vendite nel mondo mostrava valori in controtendenza per il mercato italiano, che ha fatto meglio del 25% rispetto alla media vendite nel mondo e ha segnato un risultato migliore del 36% sul dato relativo alla Germania (-23% nelle vendite 2019 contro un +13% dell’Italia). Sono dati che ci fanno ben sperare, e la previsione di Siri è che nel 2021 verranno abbondantemente superate nel mondo 3 milioni di unità installate, dai 2,722 milioni del 2019”. Previsioni corroborate anche da altre statistiche che nutrono grossa fiducia nella crescita a due cifre della robotica nel mondo nei prossimi anni, che dovrebbe riportare alla situazione non solo pre-Covid ma anche precedente al 2019”. Research and markets prevede infatti una crescita media annua che dal 2020 al 2024 dovrebbe es- sere del +10%, per poi aumentare a +13% tra 2024 e 2027. Stando a Robo Global, il mercatodella roboticanelmondodovrebbe aumentare dai 45miliardi di dollari nel 2020 a 73 miliardi nel 2025. “Le prospettive sono quindimoltopositive - concludeAppendino - e questo sulla scorta di una molteplicità di fattori, a cominciare dalla sempre più forte propensione delle aziende a investire nella fabbrica digitale, con inoltre i fondi europei in arrivo a supporto di questo processo. Alla crescita contribuiranno poi fortemen- te i robot collaborativi, la cui popolazione crescerà nelle PMI e che secondo alcuni studi avranno incrementi a tassi del 20%. Non da ultimo, alla diffusione dei robot daranno una forte spinta la crescita della AI e della R&D, che non solo aumentano la facilità di programmazione dei robot ma li trasformano in utensili sempre più fles- sibili e performanti, in grado di sostituire l’uomo in una varietà sempre più ampia di tipologie di lavoro a lui meno consone. Mantenendo al contempo il suo posto al centro dell’innovazione”. @marcocyn

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