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include dodici sotto-portanti. Ciò può avvenire nella modalità in banda, assegnando cioè un resource block all’interno di una normale portante LTE, o utilizzando la modalità ‘guard band’, ovvero sfruttando banda di guardia di una portante LTE. In quest’ultimo caso NB-IoT non consuma risorse che possono essere as- segnate ai dispositivi mobili tradizionali. Un’altra opzione è quella di operare utiliz- zando un canale wireless alternativo a LTE, per esempio nella banda GSM; in questo caso, si parla di funzionamento stand alone. I bassi consumi sono permessi dalla moda- lità di ricezione discontinua (eDRX), che con- sente a un dispositivo di portarsi in modalità di ‘sleep’ per diverse ore, in periodi multipli di 10,24 s. Un altro esempio è la modalità di risparmio energetico (PSM), che consente a un dispositivo di andare in sleep per tempi ancora più lunghi, supportando trasmissioni a evento (iniziate cioè dall’end device). In que- sto caso, il dispositivo rimane registrato con la rete, ma ignora i downlink. Per amore di completezza va detto che oltre a NB-IoT, l’Alliance 3GPP ha definito lo stan- dard LTE-M (Cat.M1 nella release 13 e Cat. M2 nella 14). Cat.M1 utilizza una larghezza di banda pari a quella di una trasmissione LTE (1,08 MHz) e supporta velocità di trasferimento dati più elevate (fino a 1 Mbps), a scapito però di una maggiore complessità dei dispositivi e, di conseguenza, con costi più elevati. A differenza di NB-IoT, LTE-M supporta la mobilità e l’handover tra celle differenti. La diffusione su larga scala di NB-IoT è già in corso in Cina, mentre i primi trial si sono già registrati in Europa; gli Stati Uniti, inizialmente fautori dell’LTE-M, stanno ora lavorando a reti NB-IoT con copertura nazionale. Relativamente ai meccanismi di si- curezza, le reti cellulari sono basate tradizio- nalmente sull’uso di schede SIM (Subscriber Identity Module), che permettono il passaggio tra gli operatori di rete, sicuramente un fattore chiave per il successo della telefonia mobile. Un passo importante però per un’ampia dif- fusione di NB-IoT è l’uso di SIM embedded (eSIM) o integrate (iSIM), per consentire mec- canismi di attivazione dei nodi over-the-air in maniera affidabile (ovviamente, eSIM e iSIM consentono anche di ridurre costi e dimensioni fisiche dei dispositivi). Un ‘fratello maggiore’ di LTE In base a quanto detto prima, NB-IoT può essere visto da due prospettive diverse. Per certi versi, si tratta di un’evoluzione dello standard LTE ed è naturale considerarlo un suo ‘fratello maggiore’. D’altro canto, NB-IoT è uno standard completamente nuovo, con molti punti in comune con altre tecnologie di comunicazione a banda stretta che si sono affacciate sul mercato di recente, tipica- mente indicate come LPwan - Low Power Wide Area Network. Foto tratta da www.pixabay.com

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