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IL PROCESSO DI ‘DIGITAL TRANSFORMATION’ CHE STA CAMBIANDO LE MODALITÀ OPERATIVE DELLE AZIENDE NON PUÒ NON AVERE IMPATTO SULLA FORZA LAVORO: PER UTILIZZARE AL MEGLIO SOLUZIONI E TECNOLOGIE COMPLESSE OCCORRE CAMBIARE LA CULTURA STESSA DEI LAVORATORI… di Ilaria De Poli, Matteo Marino Fonte: www.pixabay.com Fieldbus & Networks n cambiamento culturale e di mentalità: è questo la ‘con- ditio sine qua non’ della trasformazione digitale delle aziende. Un cambiamento che ha impatto immediato sulla forza lavoro: che senso ha avere dati in tempo reale e service h24, per esempio, se gli addetti ‘in campo’ non sono reperibili? Ai lavoratori dunque è richiesto di evolversi di pari passo con l’innovazione tecnologica, divenendo più interattivi, reat- tivi, multidisciplinari… con il supporto della tecnologia che, lungi dal ‘rubare’ il lavoro, porterà alla nascita di nuove mansioni, nuovi impieghi, nuove professionalità, a patto di saper (o voler) aggiornare le proprie competenze e abilità. Abbiamo chiesto ad alcuni rappre- sentanti di primarie realtà del settore industriale di dire la loro in merito: vediamo cosa ci hanno risposto. Fieldbus&Networks: Quale definizione si potrebbe dare oggi alla interconnettività tra sistemi e operatori e perché questa vicinanza è tanto più importante oggi rispetto a quanto lo era qualche anno fa? Giorgio Paleari , sales manager di EFA Automazione ( www.efa.it ): “Il paradigma di Industria 4.0, nel quale si inserisce a pieno titolo il lavora- tore interconnesso, è prima di tutto un modello organizzativo, laddove metodologia, know-how ed efficienza gestionale rappresentano la base. Il lavoratore, in quanto parte essenziale di questo modello, non può quindi ri- manerne ‘scollegato’: ecco perché la vicinanza tra i sistemi e gli operatori è oggi così importante. Disporre di Tavola rotonda IL LAVORATORE INTERCONNESSO U tecnologie produttive che sono in grado di fornire informazioni in tempo reale e indicazioni ‘on-the-go’ risulterebbe assolutamente inefficace se il lavoratore non fosse in grado di riceverle tempe- stivamente nel formato di presentazione a lui più congeniale”. Marco Rizzi , solution architect, Controllers, Distributed I/O, Safety and Automation Software, Rockwell Automation ( www.rockwellautomation.it ): “Con l’avvento dell’Internet delle Cose si è aperto un mondo virtualmente in- finito di possibilità. Questo è vero in molti settori, ma è ancora più vero per le necessità degli operatori. Ope- ratori che, non bisogna dimenticare, nel giro di pochi anni subiranno un turnover ingente per motivi stretta- mente legati all’età anagrafica. Le generazioni in via di pensionamento lasceranno un vuoto di conoscenze ed esperienza incolmabile. Ecco dun- que l’esigenza di fornire ai ‘nuovi’ operatori, di cui vi è una grande scarsità, strumenti che permettano loro di ovviare alla poca espe- rienza. Quale migliore opportunità se non quella che ci viene for- nita dall’IoT, di integrare le informazioni che ci possono dare la macchina o l’impianto, con la capacità di analisi a essi applicata? Decisamente direi che la parola d’ordine è ‘sopravvivenza’. Soprav- vivenza nel senso che in un’economia globale la competitività è feroce, pertanto è fondamentale migliorare la produttività della macchina e/o dell’impianto, permettendo all’operatore di trarre gio- vamento da tutte le informazioni necessarie, e a sua disposizione, per mantenere la produzione alla massima efficienza possibile”. FEBBRAIO 2019 FIELDBUS & NETWORKS 34 Giorgio Paleari, EFA Automazione Marco Rizzi, Rockwell Automation
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