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Fieldbus & Networks NOVEMBRE 2018 FIELDBUS & NETWORKS 9 L’editoriale è a cura dei membri dei Comitati Tecnici di Fieldbus & Networks e Automazione Oggi In un mondo che cambia, e cambia rapidamente, nulla può restare a lungo immutato. E così anche ‘utenti’ e ‘clienti’ non esistono più. Esistono solo ‘persone’. Tanti lo hanno detto: la ‘Rivoluzione digi- tale’ pone le persone al centro, ma troppo spesso ci si accontenta poi dei numeri, si riduce tutto a un algoritmo. Non a caso le riviste e i convegni sono pieni di riferimenti a machine learning e intelligenza artificiale, le parole oggi forse più in voga, ultime frontiere tecnologiche: ma chi davvero ne comprende il significato e le implicazioni? O sa quantificare i vantaggi che se ne possano ricavare a fronte degli inevitabili investimenti? Sono d’accordo con Christian Carniato, founder e CEO di TSW, società nata nel 1997 dedita alla definizione di strategie di posizionamento digital, poi evolutasi e oggi impegnata nello studio e nella progettazione di esperienze digitali e reali. Secondo lui la risposta alla “modificazione degli usi, delle visioni e delle logiche che hanno guidato lo sviluppo recente del rapporto fra domanda e offerta” è quella di “fare le cose ‘per l’uomo’, ‘con l’uomo’. (…) Avere e far vivere esperienze migliori fa stare bene, chi lo ha provato lo sa; per questo per noi è fondamentale ristabilire le relazioni tra chi produce e chi utilizza, chi concepisce e chi vive”. Come? “Partendo dall’ascolto delle persone e dall’analisi dei loro comportamenti nella relazione con brand, interfacce, oggetti, negozi e qualunque altra dimensione della quotidiana esperienza”. Sembra facile eppure non lo è, perché siamo nell’era del ‘tutto e subito’, delle immagini e dei video, dell’immediatezza e della reazione, dove ‘ascoltare’ e ‘riflettere’ è demodé. Ma sappiamo che oggi è l’esperienza più dell’oggetto a conqui- stare e fare la differenza sul mercato. Prosegue Carniato: “Nel proliferare quantitativo delle esperienze, a prezzo di una perdita qualitativa, in un mondo troppo spesso impegnato a parlare, gridare e occupare gli spazi con il rumore, è fonda- mentale ritornare all’ascolto, sentirsi considerati e percepirsi come persone, non come unità anonime di immensi data- base o impersonali esecutori di strategie asettiche”. Una logica di marketing che può e deve applicarsi anche al mondo dell’automazione, soprattutto in un contesto come quello italiano, con un’ossatura industriale fatta di PMI, dove micro e piccoli imprenditori faticano a entrare nella logica troppo ‘informatica’ dei lake e dei Big Data, mentre comprendono al volo se si parla loro di benefici a breve termine, riduzione dei fermi impianto, abbattimento dei costi di manutenzione grazie a strumenti preventivi e predittivi, riduzione dei tempi e costi di trasferta grazie a teleassistenza e gestione remota. Ascoltiamo dunque le nostre persone e adottiamo il giusto linguaggio. Per proporre l’Industria 4.0 e la fabbrica intel- ligente, partiamo ‘dal basso’, dall’ascolto dei nostri imprenditori, piccoli e grandi, e proponiamo loro un’esperienza positiva, dove i costi d’ingresso al ‘4.0’ sono contenuti, i benefici tangibili, la tecnologia semplice e intuitiva. Come si possa fare lo ha ben espresso Franco Andrighetti, managing director di EFA Automazione, in occasione del convegno ‘La convergenza OT/IT, fondamenta per la digitalizzazione dell’impresa’ organizzato proprio da EFA al Fico di Bologna: “Nel contesto attuale il nostro compito va oltre la sola proposta tecnologica, che pure continueremo a potenziare, per essere sempre più di natura culturale. Occorre ‘fare cultura’ su tutto ciò che riguarda la trasformazione digitale, che è stata compresa e sposata dai ‘big’ dell’industria ma ancora troppo poco dalle nostre PMI, vero cuore produttivo del Paese”. Tutto si può digitalizzare, anche con un investimento contenuto, dalla gru al vecchio tornio, e comprendere quanto possa essere utile ricavare informazioni ‘dal basso’ per risparmiare, ottimizzare, ammodernare, è questione, anche, di linguag- gio e ascolto… È una sfida, questa, che noi della stampa specializzata, primi fra tutti, siamo chiamati a vincere. E per vincerla dobbiamo tornare all’inizio di questo editoriale, all’ascolto e alle persone. Il nostro è un ruolo di mediatori fra i fornitori di soluzioni e chi ne usufruisce, il che ci rende parte integrante della ‘catena dell’innovazione’, suoi ‘anelli di congiunzione’. Per primi dunque dobbiamo saper cambiare e rinnovarci. Come? Non stancandoci mai di trasformare e sperimentare, sempre nell’ottica di offrire servizi al passo con i tempi e in linea con le richieste delle ‘nostre’ persone: i lettori. Continuate a seguirci e sostenerci! Ilaria De Poli @depoli_ilaria UMANESIMO DIGITALE Editoriale
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