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NOVEMBRE 2018 FIELDBUS & NETWORKS 69 zazione, qualità e di conseguenza fidelizzazione dei clienti”. Da cosa partire dunque per dare il via a una trasformazione in ottica Industria 4.0, che permetta all’azienda di mantenere alto il proprio livello di competitività? Per portare avanti progetti di trasformazione digitale occorre prima di tutto dotarsi di un’architettura IT-OT integrata. Quali sono gli aspetti cruciali da prendere in considerazione? John Browett , general manager Clpa-CC-Link Partner Association-Europe ( eu.cc-link.org ): “Dal punto di vista dell’au- tomazione, uno dei punti principali secondo diverse aziende mani- fatturiere oggi è decidere gli obiettivi da perseguire per affrontare le sfide che Industria 4.0 pone. Dalle origini, nel 2011, Industry 4.0 si è trasformata da ‘moda’ a concetto specifico che diverse aziende stanno implementando nei propri processi produttivi. A mio parere, le caratteristiche chiave che ogni tecnologia di rete deve avere in principio sono apertura, sicurezza e sufficiente larghezza di banda. L’apertura è ormai un must nell’at- tuale mercato dell’automazione. I clienti si aspettano che qualsiasi tec- nologia consolidata sia supportata da una notevole varietà di fornitori. Poi, un aspetto chiave è la larghezza di banda per le necessità dettate da Industry 4.0. uno dei punti cardine di questo concetto è infatti la capacità da parte di tutti i dispositivi coinvolti nel processo di condividere fra loro informazioni, con controllori, Scada e anche altri sistemi posti in luoghi remoti. Il ciò significa che la quantità di informazioni che vengono trasmesse in rete au- menterà esponenzialmente all’incremento del numero di disposi- tivi e della quantità di dati rilevati. Scopo finale è di rendere ogni processo il più trasparente possibile per realizzarlo nel modo più efficiente. Ma per fare questo, i dati devono fluire liberamente. Dunque la tecnologia che potrà offrire maggior larghezza di banda, è desti- nata a diventare rapidamente la soluzione preferita per diverse applicazioni. Infine, la sicurezza. Dal momento che i dati verranno condivisi sempre più diffusamente, è essenziale che solo gli utenti autorizzati possano accedervi. Il rischio di cyber-attacchi è in con- tinua crescita, per cui la necessità di tener lontani i malintenzionati costi- tuisce un tema centrale”. Niccolò Ferrari Spinola , product manager Industrial Communication di Siemens Italia ( www.siemens.it ): “Per realizzare un’architettura IT/OT integrata occorre tenere in considera- zione le esigenze di entrambe le parti in causa, ovvero IT e OT, sebbene a volte si tratti di necessità che contra- stano tra loro. In primo luogo penso all’affidabilità, importante per l’IT e altrettanto fondamentale per la parte OT. Il costo di fermi imprevisti è oggi diventato insostenibile per le aziende produttive ed è la prima pre- occupazione di qualsiasi OT manager. Ne deriva come la sicurezza sia importante, in quanto fonte di affidabilità per l’OT e necessaria alla parte IT per garantire la protezione dei dati e della proprietà intellettuale, fattori che stanno assumendo sempre più valore per le aziende. Infine, occorre fare in modo che non si creino attriti fra le due zone IT e OT. A tale scopo, è utile implementare una ‘zona cuscinetto’, denominata ‘Production Backbone’, in grado di rendere più semplice ed efficiente il passaggio delle informazioni”. Andrea Sappia , solutions architect Italy di Infinidat ( www.infinidat.com ) : “Una delle conseguenze principali dell’adozione di un’architettura IT-OT integrata è la generazione di una quantità di informazioni molto su- periore a quanto le applicazioni tra- dizionali riescano a gestire. Questo volume di dati, combinato all’impre- vedibilità della crescita, alle elevate performance richieste e alla diversità dei dati stessi, rende la gestione estremamente complessa. Il dato è al centro della trasformazione digitale e questo comporta che le nuove architetture storage dabbano essere in grado di soddi- sfare in un’unica soluzione caratteristiche di affidabilità, sicurezza e prestazioni, senza dimenticare riduzione dei costi e facilità di gestione. Tutto questo porta a una rivisitazione delle architetture storage, perché i sistemi tradizionali potrebbero non rispondere più ai re- quisiti di resilienza di ambienti di grandi dimensioni. La dispo- nibilità offerta dai sistemi tradizionali o dai cloud pubblici a ‘4 nove’ o ‘5 nove’ (99,99% - 99,999%) a volte non è sufficiente per le applicazioni business-critical. Infinidat propone una soluzione storage dedicata alle aziende enterprise che raggiunge i ‘7 nove’ (99,99999%) di disponibilità senza perdere di vista la problema- tica della scalabilità”. Umberto Pirovano , manager Systems Engineering di Palo Alto Networks ( www.paloaltonetworks.com ): “Agilità e sicurezza sono centrali per fornire immediata visibilità dello status della rete e proteggere in modo appropriato i sistemi di controllo da eventuali minacce. Limitando l’im- patto degli attacchi e arrestando le minacce informatiche, le organizza- zioni possono non solo migliorare la sicurezza, ma anche ridurre i tempi di inattività, perché vi sono meno inci- denti informatici da rimediare e per- ché è necessario meno patching con l’approccio adottato della protezione avanzata degli endpoint. Inoltre, per essere efficiente, un’infrastruttura IT-OT dovrebbe essere semplice da gestire e veloce, per superare limi- tazioni operative spesso causate da insiemi di tecnologie di protezione obsolete, che operano in silos, complesse da amministrare. Infine, grazie all’adozione pervasiva dell’IT e alla maggiore connettività verso le reti di supporto, molti sistemi Scada e ICS (Industrial Con- trol System) hanno raggiunto elevati livelli di velocità”. Un futuro aperto e standard Aggiungere connettività per rilevare dati da ogni parte degli impianti, vecchi e nuovi, è una delle sfide della digitalizza- zione: quali sono gli standard ‘open’ emergenti? John Browett, Clpa-Europe Andrea Sappia, Infinidat Niccolò Ferrari Spinola, Siemens Italia Umberto Pirovano, Palo Alto Networks
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