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SETTEMBRE 2018 FIELDBUS & NETWORKS 53 getiche all’interno di un edificio storico, inseguendo anche il sogno di essere i primi al mondo a ottenere la certificazione GBC Historic Building. L’intervento è avvenuto in un complesso dove vengono realizzate spe- rimentazioni sull’impiego delle biomasse. Negli ex essicatoi del convento, infatti, un team della stessa Università produce olio vegetale partendo da colture locali di semi di soia, girasole, colza e cardo. L’olio alimenta poi un sistema di trigenerazione, che fornisce energia all’intera rocca. Ana- logamente tutti gli scarichi e gli scarti sono impiegati per produrre biogas e fertilizzanti naturali, con l’obiettivo di verificare le reali potenzialità dell’economia circolare. Monitoriamo tutto In un progetto tanto ambizioso, nel quale sono state coinvolte una serie di eccellenze nazionali, l’attenzione non si è limitata alle soluzioni passive, ma ha sondato anche le potenzialità delle soluzioni attive. Un am- bito nel quale BTicino vanta un’esperienza unica, che si è rivelata fondamentale per ottenere la certificazione GBC Historic Building. Cotana e il suo team hanno avuto l’obiettivo di dimostrare come sia possi- bile produrre energia elettrica, termica e raffrescamento partendo da biomasse coltivate in loco, utilizzando le tecnologie più innovative, nel rispetto della storia e dell’ambiente. Il varo di GBC Historic Build- ing, avvenuto nel 2014, ha rappresentato un ulteriore stimolo a investire in questa direzione. Il protocollo prevede una serie di vincoli costruttivi e operativi, ai quali segue un punteggio specifico, necessario per raggiungere il livello utile per ottenere la certificazione. Un obiettivo non semplice, sia perché il protocollo è nuovo, sia perché alcune attività erano già iniziate e occor- reva introdurre una serie di miglioramenti per conquistare i punti necessari. Le scu- derie di Sant’Apollinare, inoltre, sono state realizzate successivamente al complesso monastico e, quindi, la valutazione storica è stata poco premiante. Ne è derivata la necessità di ottenere i massimi punteggi in tutti gli altri ambiti, con una particolare attenzione agli aspetti energetici e atmo- sferici. Gli esperti dell’Università di Perugia, coordinati da Lucia Castaldo e da Cotana, hanno così rivisto parte del progetto ini- ziale, chiedendo a tutti gli attori coinvolti di avanzare proposte migliorative, per realiz- zare un edificio storico in cui sperimentare le tecnologie future, in termini di risparmio energetico, ma anche di comfort per quanti occupano gli uffici. Iniziamo dalla progettazione Raggiungere questi obiettivi ha richiesto, in primo luogo, di rivedere la progettazione elettrica, con l’obiettivo di ridurre qualun- que spreco, come spiega Giulio Meloni, dello studio SGM Associati di Panicale, in provincia di Perugia, che ha curato l’ottimiz- zazione degli impianti, con una particolare attenzione agli aspetti elettrici: “Dovendo operare in un edificio storico, l’attenzione si è focalizzata inizialmente sul corretto posi- zionamento dei quadri elettrici, per minimiz- zare l’impatto dovuto alla posa dei cavi in funzione degli spazi disponibili”. Un’attività relativamente semplice, quest’ultima, favo- rita dall’individuazione di uno spazio vuoto, utilizzato come cavedio, al di sopra dei soffitti a botte. Meno semplice, invece, la scelta dei componenti chiamati a prevenire gli sprechi. Una serie di sensori in grado di azionare le luci solo a fronte dell’effettiva necessità, rilevata sulla base dell’illumina- zione di una stanza e della reale presenza di persone. “L’impiego di sensori sta diven- tando comune in molti edifici, ma in que- sto caso il progetto dell’Università andava oltre il semplice risparmio energetico, in quanto vengono costantemente monito- rati anche tutti i parametri ambientali, per garantire il benessere degli occupanti a fronte del minor consumo energetico pos- sibile” prosegue Meloni. Questo significa, per esempio, che non è sufficiente valu- tare genericamente l’illuminazione di una stanza, ma occorre regolare l’accensione sulla base dell’illuminamento delle singole scrivanie. Piccoli accorgimenti che possono fare la differenza e che, quindi, richiedono di utilizzare anche componenti elettrici in grado di dialogare tra loro e di soddisfare le richieste più specifiche. “Da una com- parazione delle offerte di mercato nella vasta offerta di BTicino abbiamo trovato tutti i componenti in possesso delle fun- zionalità necessarie” racconta Meloni. “In particolare, i sensori del sistema MyHome inseriti nei punti luce Livinglight Air hanno consentito di gestire le accensioni inte- grandosi con il resto dell’impianto. Questa } + ‚ À Rocca di Sant’Apollinare ‚ ƒ % À ? |<[ ‚ dell’impianto

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