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MAGGIO 2018 FIELDBUS & NETWORKS 99 all’IoT fornirà informazioni strategiche per capire le regole da appli- care in produzione, per poter intervenire opportunamente a fronte di certi scenari. Inoltre, si potranno ottenere indicazioni preziose per migliorare i sistemi nella loro complessità. L’innovazione tecnologica, l’evoluzione della normativa, le esi- genze di business, atte a conquistare vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza, richiedono un alto livello di flessibilità opera- tiva, che deve permettere di intervenire ogniqualvolta dalla data analytics arrivino indicazioni inerenti nuove e migliori forme di automazione. La competitività dell’azienda sarà quindi sempre più condizionata dalla sua capacità di adattarsi, con la massima fles- sibilità, alle necessità operative e produttive dedotte dalla data analytics. Le reti, locali e geografiche, costituiranno l’infrastrut- tura fondamentale del futuro modello produttivo e organizzativo. Il successo della fabbrica intelligente dipenderà dalla disponibilità e dalla qualità della comunicazione digitale, senza la quale tutto il castello crollerebbe. Le strategie messe a punto negli ultimi anni e le risorse previste, pubbliche e private, per dare connettività a tutte le aree geografiche del nostro Paese, soprattutto a disposi- zione delle imprese, iniziano a dare i loro risultati, anche se vi è ancora molto da fare per portare l’Italia ai massimi livelli europei, come dimostrano i dati forniti da Istat. Cresce l’utilizzo delle connessioni veloci I dati statistici sull’utilizzo delle tecnologie ICT da parte di cittadini e imprese mostrano un impiego sempre più diffuso ed evoluto delle tecnologie digitali nelle attività economiche e nella vita quotidiana. Tuttavia, rimane un gap rilevante dell’Italia rispetto agli altri Paesi UE, soprattutto per il ricorso l’e-commerce come pratica di acquisto e vendita di beni e servizi. Il 95,7% (94,2% nel 2016) delle imprese con almeno dieci addetti ha utilizzato, nel 2017, connessioni in banda larga fissa o mobile, inoltre il 93,6% è connesso in banda larga fissa. La percentuale di imprese connesse in banda larga fissa che dichia- rano velocità in download di connessione a Internet di almeno 30 Mbps è passata dal 16,5% del 2016 al 23,6% nel 2017. Tra le imprese connesse a Internet in banda larga fissa, la velocità massima di connessione cresce in base alla dimensione, senza par- ticolari differenze territoriali. Il Nord-ovest risulta però connesso a velocità maggiore delle altre aree. Nel 2017, il 59,1% delle grandi imprese dichiara velocità contrattuali almeno pari a 30 Mbps, men- tre sono nella stessa condizione solo il 21,6% delle piccole imprese (il 21,6%). Il trend di crescita è però comune: nel 2016 erano rispet- tivamente il 47,4% e il 14,8% (si veda Figura 1 ). Nel 2016 si è ridotta la quota di imprese con connessioni più lente. La riduzione è stata di almeno nove punti percentuali e ha favo- rito connessioni con velocità di almeno 30 Mbps. In particolare, sono aumentate le quote delle imprese con almeno 50 addetti, soprattutto di quelle del Nord-est e dei servizi. Una crescita che, anche se ancora lontana dagli obiettivi 2020 della ‘Strategia ita- liana per la banda ultra larga’ , recupera, almeno in parte, il ritardo accumulato. Nel 2017 è aumentata anche la quota di imprese con almeno dieci addetti che si connettono in banda larga mobile: dal 63,8% del 2016 la quota è salita al 70,9% nel 2017. L’utilizzo della connes- sione mobile riguarda il 20,4% degli addetti. Tre imprese su dieci nella fascia 10-49 dipendenti dichiarano di non utilizzare ancora connessioni mobili per l’attività lavorativa, mentre il 19,1% della loro forza lavoro utilizza dispositivi portatili forniti dall’impresa, che permettono la connessione a Internet me- diante la rete di telefonia mobile per scopi lavorativi. Tale percen- tuale sale fino al 21,8% tra i lavoratori delle imprese di maggiore dimensione. È sempre più diffuso poi l’uso dei servizi cloud, che permettono, anche grazie agli smartphone, la connessione alla rete e l’acces- sibilità ai file sempre e ovunque: il 44,6% degli utenti di Internet usa gli smartphone mentre è fuori casa, o lontano dal posto di lavoro; il 32% ricorre ai servizi cloud per salvare documenti o altri file per uso privato. Resta però limitata la diffusione delle competenze digitali e delle risorse impiegate in ICT all’interno delle aziende. Solo il 16,2% di quelle con almeno dieci addetti ha personale specializzato (dato in calo rispetto al 2016, quando era il 16,8%). Diversa la situazione nelle grandi aziende, il 72,3% delle quali ha personale interno che si occupa di informatica (si veda Figura 2 ). Probabilmente molte aziende medio-piccole praticanol’outsourcing e usufruiscono di servizi esterni, ma: nella fabbrica intelligente si potrà fare a meno di specialisti, che abbiamo precise conoscenze degli impianti e dei processi? La formazione Solo Il 12,9% delle aziende con almeno dieci addetti ha organizzato, nel 2016, corsi di formazione specifici per sviluppare o aggiornare le competenze informatiche dei propri dipendenti. Dopo quelle del settore ICT, le aziende dell’editoria, della fornitura di energia e delle attività professionali sono state le più attive nella formazione informatica destinata agli addetti senza competenze specialistiche, formazione che ha riguardato il 10,6% delle imprese con almeno dieci addetti (si veda Figura 3 ). Figura 1 - Velocità di connessione dichiarata dalle imprese F on t e Is t a t Figura 2 - Il 72,3% delle grandi aziende ha personale interno che si occupa di informatica, ma non è così nelle piccole e medie F on t e Is t a t

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