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Lighting of Things che non permettevano il colloquio reciproco. Nel corso di anni si sono quindi formati tanti ecosiste- mi chiusi, retti da vari produttori, che non ammette- vano l’aggiunta di dispositivi realizzati da altre azien- de. Matter ha voluto mettere un po’ d’ordine, facendo in modo che i dispositivi di produttori diversi possano parlare la stessa lingua e risultare facilmente integra- bili nei sistemi esistenti. E.O.: Come far capire agli utenti finali che Mat- ter non è un ulteriore standard per la “casa in- telligente”? F.V.: Sarà possibile farlo capire solo se si renderà sem- plice l’interazione per gli utenti finali. Essendo comun- que Matter uno standard che si può più propriamente definire una sorta di (sovra)standard di integrazione – basato sostanzialmente sull’uso combinato di Blueto- oth, Wi-Fi e soprattutto Thread – ha buone probabilità per riuscire nell’impresa. Sostanzialmente l’utente fi- nale vede un qualcosa che funziona: è sufficiente scan- sionare il codice Matter, accedere all’app Smart Home preferita, fare il provisioning del dispositivo e in pochi minuti l’oggetto è connesso. Si tratta in definitiva di uno standard ben concepito, semplice e intuitivo: aspetti che verranno sicuramente apprezzati dagli utenti finali. E.O.: Matter è stato pensato per tutti i disposi- tivi della “casa connessa” o vi sono limitazioni? F.V.: Matter prevede una serie di modelli dove, di fatto, sono esportati i profili di diversi device (per ora sono 22 e coprono un range abbastanza vasto di applicazioni). In realtà è concepito per supportare una vasta tipologia di oggetti anche abbastanza sofisticati e il numero è si- curamente destinato ad aumentare in futuro. E.O.: Qual è l’obiettivo della partnership tra Ar- duino e Silicon Labs? F.V.: Rendere accessibili le tecnologie complicate è da sempre l’obiettivo di Arduino. Matter non è la più sem- plice delle tecnologie perché lo stack dei protocolli è abbastanza complesso ed è necessario gestire il pro- visioning di device eterogenei. Secondo me un limite all’espansione dello sviluppo di Matter è stata la sua iniziale complessità. Per questo motivo, insieme a Si- licon Labs (che sono i veri esperti di Matter) abbiamo provato a raccogliere questa sfida. Un’esperienza che in Arduino abbiamo già fatto con Bluetooth Low Ener- gy. In questo caso la nostra libreria, pur non imple- mentando tutte le funzionalità di Bluetooth LE, è molto utilizzata dalla nostra community per la sua semplici- tà: basta scrivere una decina di linee di codice per im- plementare un dispositivo Bluetooth che manda i dati dal dispositivo a un altro dispositivo compatibile BLE. La stessa cosa abbiamo cercato di replicare con Mat- ter: abbiamo chiesto a Silicon Labs di darci una mano a semplificare, ovvero cercare di capire come un utente tipico di Arduino avrebbe voluto programmare que- sto dispositivo. Questa cooperazione ha portato, con un processo di iterazioni successive, alla definizione della libreria Arduino Matter. Per il mondo Arduino le librerie sono molto importanti perché rappresentano il modo semplificato attraverso cui si supportano di- spositivi e sensori. Gli specialisti di Silicon Labs hanno interpretato molto bene questa teoria della semplifi- cazione: cercare di togliere invece di aggiungere. Il ri- sultato è che con la scrittura di 6-7 righe di codice Ar- duino è possibile realizzare un dispositivo Matter, che può essere una ventola, un condizionatore d’aria, un termostato. Per dare un’idea, la stessa operazione, ese- guita utilizzando gli ambienti di sviluppo tradizionali, avrebbe richiesto la scrittura di un migliaio di linee di codice da parte di uno sviluppatore esperto. In Silicon Labs abbiamo trovato un partner che ha compreso la filosofia di Arduino, fatto questo non sempre ovvio. La nostra controparte è formata da silicon vendor che hanno il loro ambiente di sviluppo e il loro ecosistema di tool, come d’altronde Silicon Labs, che richiedono installazioni complicate sul computer, un gran nume- ro di software, lunghe compilazioni e così via. Silicon Labs ha accettato un cambio di paradigma, “sposando” l’idea che questo dispositivo dovesse essere program- mato seguendo le linee guida di Arduino: quindi prima hanno sviluppato il core Arduino, che è la base di tutto, e poi la libreria Matter insieme a noi. E.O.: Questa partnership sfocerà in qualche prodotto particolare? F.V.: Con Silicon Labs abbiamo lavorato su tre fronti: in primo luogo, c’è una scheda che abbiamo rilasciato a un gruppo di utenti di test nel corso degli Arduino Days . Si tratta di una scheda in formato Nano , ovvero il più pic- colo dell’offerta Arduino, equipaggiata con un chipset di Silicon Labs, precisamente il modulo MGM 240, ba- sato sul SoC MG24. Questo per quanto concerne il lato hardware. Gli altri due filoni su cui abbiamo lavorato con loro sono l’Arduino core, in pratica la possibilità di far girare tutto quello che c’è per Arduino su questo microcontrollore specifico di Silicon Labs, e la libreria Matter che fa parte del core. Dal punto di vista dell’u- tente finale, quest’ultimo deve semplicemente entrare nella nostra IDE, selezionare la scheda Nano Matter ed è pronto a iniziare. EO LIGHTING - APRILE 2024 X

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