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EMBEDDED 88 • MAGGIO • 2023 29 INDUSTRIAL IOT | SPECIALE Evitare il “vendor lock-in” e aprirsi all’innovazione Sull’altro versante, rispetto alle piattaforme IIoT proprieta- rie, le piattaforme IIoT ispirate al modello open source forni- scono alcuni vantaggi. Per primo si potrebbe citare la facoltà di non dipendere strettamente dalla tecnologia e dai servizi di un singolo fornitore, quindi la possibilità di evitare il cosid- detto “vendor lock-in” e di avere il pieno controllo della piat- taforma. In sostanza, il codice sorgente aperto fornisce flessi- bilità di adattamento e consente agli sviluppatori di apporta- re le modifiche desiderate, eseguendo, di volta in volta, tutte le personalizzazioni richieste, per adattare la piattaforma alle specifiche necessità di una data applicazione IIoT aziendale. Con le soluzioni open source vi sono benefici economici de- rivanti dal fatto che il codice sorgente può essere rilasciato liberamente, in parte o totalmente. Un altro vantaggio delle piattaforme IIoT open source, che ti- picamente si orientano su standard comuni e protocolli aper- ti, è l’interoperabilità. Una caratteristica molto importante, se si considera che in molti contesti industriali coesistono numerosissimi dispositivi connessi, e che questi device, pro- gettati e prodotti da svariati costruttori, parlano ciascuno un proprio linguaggio ma devono comunque poter comunicare e interoperare tra loro. Più una piattaforma IIoT è caratteriz- zata da un’architettura moderna, ed è aperta, più permette ai progettisti dell’applicazione di raggiungere maggior traspa- renza nelle attività di gestione e di evitare i silos tecnologici che potrebbero formarsi implementando nell’organizzazione piattaforme proprietarie. Focus su ampia connettività e funzionalità “edge-to-cloud” Al di là della discriminante costituita dal carattere proprieta- rio o open source della piattaforma IIoT, altri aspetti chiave possono concorrere a determinare la scelta della soluzione più adatta. Ad esempio, la capacità d’integrare funzionalità di sviluppo “low-code” o “no code”, può tornare utile per personalizzare in maniera agile e flessibile l’applicazione IIoT industriale, in base agli specifici requisiti richiesti dal particolare settore verticale e caso d’uso, senza dover neces- sariamente possedere approfondite conoscenze di program- mazione. Oltre a fornire una solida connettività (supporto di vari standard IoT e protocolli di rete wired e wireless) e una capacità di gestione indirizzate a controllare un numero e una varietà di dispositivi che sia il più ampio possibile, una piattaforma IIoT moderna dovrebbe anche essere orientata a una connettività e una gestione di tipo “edge-to-cloud”. Quindi essere un piattaforma IIoT unificata, “end-to-end”, in grado di fare da ponte tra i dispositivi industriali esisten- ti nell’infrastruttura edge e i dati e sistemi di elaborazione dati e machine learning (ML) residenti nel cloud. In aggiun- ta, una piattaforma IIoT allo stato dell’arte dovrebbe anche possedere, in modalità nativa o tramite il supporto e l’inte- grazione con tool di terze parti, funzionalità evolute di ela- borazione e analisi dei dati. Altro fondamentale aspetto, da cui oggi non è possibile prescindere, è la sicurezza dei dati, che dev’essere mantenuta a livello end-to-end, scegliendo piattaforme IIoT supportate da tecnologie e pratiche di pro- tezione consolidate. Le piattaforme IIoT aperte consentono di evitare il “vendor lock-in” (Fonte: Pixabay)

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