FN_106

GENNAIO-FEBBRAIO 2021 FIELDBUS & NETWORKS 47 alla connessione Internet a bordo di treni e aeroplani, alla gestione automatizzata del traffico nelle città e sulle autostrade per aumen- tare la sicurezza e ridurre le emis- sioni; dalla logistica sempre più efficiente, che consente consegne in tempi incredibilmente rapidi, al tracciamento e all’ottimizzazione della produzione agricola in ambito ‘smart far- ming’, agli interventi in caso di emergenze am- bientali... La possibilità di sfruttare i Big Data e di applicare algoritmi ‘raffinati’, in grado di apprendere automaticamente e orchestrare l’interazione fra agenti eterogenei (reti di sen- sori/attuatori, veicoli, processi industriali e non) per ottenere prestazioni via via migliori in termini economici, di affidabilità e di effi- cienza, porta con sé la necessità di scambiare quantità di dati non solo sempre più ingenti, ma anche più distribuite su aree geografica- mente estese e con condizioni di lavoro e lo- calizzazioni fortemente differenziate e spesso mutevoli nel tempo. Tale scenario implica chiaramente un’ardua sfida, in quanto se da un lato l’aumento delle prestazioni a livello di comunicazione richiede meccanismi più com- plessi (e quindi delicati), dall’altro il funziona- mento in ambiti fortemente disturbati, lontani dalle condizioni ideali o di laboratorio, impone limiti significativi alle prestazioni ottenibili, e la considerazione di ampi margini di sicurezza in fase di progetto. Componenti resistenti ai ‘disturbi’ Come in altri ambiti ingegneristici, anche nelle reti per far fronte al complesso quadro appena delineato senza scendere a troppi compro- messi sulle prestazioni, diventa necessario adottare una diversa filosofia di progetto che utilizzi componenti e algoritmi resi più robusti (‘rugged’), per resistere al meglio alle solleci- tazioni esterne. Come usuale, progettare una rete robusta è più facile (ed efficace) che cer- care di rendere robusta una rete esistente me- diante interventi a posteriori. E la realizzazione di una rete robusta si basa non solo sull’utilizzo di componenti robusti, ma anche sull’utilizzo di criteri opportuni per l’interconnessione e la ge- stione dei componenti. Rendere ‘rugged’ un componente significa in sostanza creare artificialmente intorno a esso un ‘ambiente virtuale’ che, isolandolo dalle cause di disturbo esterne, presenti nelle ap- plicazioni più estreme, riproduca attorno al componente quelle condizioni ideali di lavoro che consentono prestazioni ottimali e nelle D di Sergio Galeani PER FAR FRONTE ALLA COMPLESSITÀ CRESCENTE DELLE APPLICAZIONI IN CUI VENGONO IMPIEGATE LE RETI OCCORRE REALIZZARE INFRASTRUTTURE ‘ROBUSTE’ IMPIEGANDO NON SOLO COMPONENTI PIÙ ‘SOLIDI’, MA ANCHE CRITERI OPPORTUNI PER L’INTERCONNESSIONE E LA GESTIONE DEGLI STESSI Building blocks Fieldbus & Networks RETI ‘RUGGED’ PER APPLICAZIONI SPINTE Foto tratta da Pixabay_TheDigitalArtist

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=